Non possiamo che esprimere rabbia, sdegno, amarezza nell’apprendere che il Tribunale di Milano nella persona del Gip Gennaro Mastrangelo ha deciso di archiviare la “denuncia contro ignoti” (in realtà alcuni ex sindaci di Milano e l’attuale Sindaco Sala come passato General Manager dell’amministrazione) per la morte per mesotelioma polmonare di Daniela Cavallotti, che aveva lavorato per 25 anni per il Comune di Milano nell’edificio di via Pirelli 39, chiuso per la presenta accertata di amianto, proprio sulla base di denunce fatte da Daniela quale rappresentante sindacale.
Discutibili le motivazioni:
• L’Ats (ex Asl) nella sua relazione affermava che non era possibile correlare la malattia di Daniela con la presenza di amianto nel palazzo di via Pirelli 19, poiché per meno di un mese all’anno andava in ferie in una località dove esisteva una cava (chiusa!) di serpentite.
• Nell’ordinanza di archiviazione viene segnalata una “familiarità per tumore” ma qui stiamo parlando di mesotelioma, dov’è la familiarità per il mesotelioma?
• Altre formule astratte in cui si afferma di non poter trovare un nesso con i comportamenti dei datori di lavoro, non è possibile accertare quanto sia insorta la patologia.
Evidentemente per l’Ats (ex Asl) e per il Tribunale di Milano, tutte le omissioni che sono emerse e sono state denunciate sulla sede comunale di via Pirelli, 19 sono ininfluenti. Il fatto che dopo anni ed anni di segnalazioni l’amministrazione comunale sia stata costretta ad evacuare lo stabile e procedere ad una radicale opera di bonifica (dall’amianto) che richiederà molto tempo è ininfluente.
Una cosa è evidente, si è aspettato un anno per convocare l’udienza preliminare e soli quattro giorni per decidere la sua archiviazione.
Come lavoratori, come esseri umani non possiamo che vergognarci per loro.