È ormai evidente il passo falso dell’Amministrazione Comunale che, con l’intenzione di introdurre un nuovo codice comportamentale che mira a sostituire l’interesse pubblico con l’aziendalismo, ha suscitato ire trasversali.
Partendo dalle lavoratrici e dai lavoratori, a cui si cerca di negare il diritto alla libertà di pensiero e di espressione; passando per i Consiglieri comunali, che prescindendo dallo schieramento politico ne hanno trasversalmente criticato i contenuti e, per finire, i sindacati. Tutti hanno sollevato critiche alla Giunta Sala.
In seguito alle reazioni sono partiti i distinguo e le prese di distanza, tali da rendere al momento non chiara la natura dell’operazione. Chi l'ha voluta? Chi ne è responsabile? Di certo ricordiamo le dichiarazioni dell’Assessora al personale che ne lodava i contenuti e rivendicava come esempio di "partecipazione democratica" un sondaggio online che invece era solo un'operazione di marketing elettorale.
Tutto il fronte sindacale, seppur con le dovute differenze, ha respinto al mittente il nuovo codice: differenze che hanno visto un sostenuto gruppo di lavoratori e di sindacati di base mobilitarsi lanciando una petizione che ha raccolto circa 600 firme e centinaia di commenti, convocando un presidio davanti a Palazzo Marino ed impostando una campagna comunicativa che ha informato i colleghi di quanto stava avvenendo.
Per quanto ci riguarda, dopo il riuscito presidio di giovedì 29 aprile scorso, continueremo in questa lotta per la democrazia e la libertà fino al ritiro degli articoli liberticidi contenuti nel codice.
Adl Cobas - Sial Cobas - Slai Cobas - Usi - Cub
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Foto del presidio del 29 marzo: