E' uscito il bollettino Prendiamo la Parola n. 53 dei lavoratori del Comune di Milano del mese di marzo 2013
In questo numero:
- Decentramento: resoconto dell’incontro dell’11 febbraio
- Art. 19 facciamo un po’ di chiarezza
- Part-time: buone nuove per chi ha particolari difficoltà
- Gestione ex Inpdap: domande telematiche
- Accesso alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi, ecco la circolare Inps
- Sporco Comune
- I lavoratori del Comune di Firenze rispondono alla Corte dei Conti
- Contratti Pubblici bloccati fino al 2014
- Un passo avanti e due indietro
- 16 febbraio a carnevale ogni sciopero vale
Decentramento: resoconto dell’incontro dell’11 febbraio
Lo scorso 11 febbraio si è tenuto l’ennesimo tavolo di trattativa sulla riorganizzazione del Decentramento, dei Settori Zona, dell’Edilizia Scolastica, Verde e arredo. Le pressioni sindacali come: l’indizione dello stato di agitazione, la contestazione del piano riorganizzativo, l’assemblea dei lavoratori interessati del 14 gennaio, probabilmente, hanno con-vinto l’Amministrazione a prendere in considerazione le richieste avanzate dai la-voratori tramite le rappresentanze sindacali. In particolare, per quanto riguarda l’aspetto organizzativo, ma anche degli atti e direttive emanati dai propri Di-rigenti che si configurerebbero in contrasto con norme esistenti, o semplicemente con il semplice buon senso. È stata accolta la proposta di non trasferire, per il momento, dalle proprie sedi il personale dell’edilizia scolastica assegnato alle Zone, limitandone i disagi e evitando un inutile spreco di risorse economiche per l’allestimento delle nuove sedi di lavoro. È stato accettato di rivedere gli Atti del Comune sin qui prodotti, formalizzando nuove direttive (ad esempio sull’edilizia), questa volta rispettose delle norme esi-stenti, puntuali nell’assegnazione dei compiti, al fine di tutelare i lavoratori durante l’esecuzione dei propri compiti. I lavoratori dell’area tecnica assegnati alle zone manterranno le proprie competenze e i compiti assegnati saranno rispettosi dei profili professio-nali e delle mansioni, e l’amministrazione è impegnata in un individuale percorso di riqualificazione, attraverso specifici corsi di formazione. Vi è stato l’impegno al reperimento di ulteriori 13 unità (cat. B e C) di Amministrativi, oltre ai 5 già reperiti. Il prossimo incontro per verificare l’andamento di questo processo è previsto per il mese di Aprile, ri-cordiamo che ad oggi ci troviamo ancora in una fase di confronto sindacale, quindi al momento non è stato sottoscritto nessun accordo.
Art. 19 facciamo un po' di chiarezza
Dobbiamo constatare che: nonostante la nota firmata dal Dott. Dragonetti in merito alla fruizione dei permessi ai sensi dell’art. 19 del CCNL. vi siano ancora delle resistenze. Riportiamo il testo integrale della mail: “L’art. 19 del vigente CCNL prevede che, a domanda del dipendente, possano essere concessi “…nell’anno, tre giorni di permesso retribuito per particolari motivi personali o familiari debitamente documentati, compresa la nascita di figli”. L’applicazione della disposizione contrattuale, visto il tenore della fattispecie, è caratterizzata da un livello di discrezionalità che, nello spirito della contrattazione collettiva, ha la funzione di tutelare i diritti perso-nali delle lavoratrici e dei lavoratori. Infatti, l’orientamento applicativo dell’ARAN ricorda che “…l’art. 19…non ha stabilito alcuna precisa casistica per la loro fruizione; pertanto, spetta all’ente valutare, nella sua discrezionalità, le esigenze addotte dal dipendente a sostegno della richiesta di assentarsi dal servizio in relazione alla eventuale sussistenza di ragioni di servizio tali da impedire la concessione del permesso. Pertanto l’ente non è chiamato né a disciplinare le possibili ipotesi giustificative del permesso (data la genericità ed ampiezza della previsione contrattuale per particolari motivi personali o familiari) né a valutare nel merito la giustificatezza o meno della ragione addotta, ma solo la sussistenza di ragioni orga-nizzative od operative che im-pediscano la concessione del permesso stesso”. E’ la valorizzazione della ratio sopra citata che muove la Direzione Centrale Risorse Umane e Organizzazione, in accordo con l’Assessora al Personale, a raccomandare la concessione dei permessi in esame nel rispetto delle interpretazioni dell’ARAN. In particolare, è opportuno ribadire, a favore della persona, la facoltà di ricorrere all’uso dell’autocertificazione, così come la facoltà di produrre autonomamente, sempre a tutela del richiedente, ogni documentazione utile, qualora non fosse possibile ricorrere alle dichiarazioni sostitutive” Appare chiaro che: chi ha l’onere di autorizzare il permesso non è tenuto a verificare la legittimità delle motivazioni. Purtroppo non tutti hanno recepito questo principio, probabilmente anni di gestione autoritaria hanno lasciato un modus operandi che per alcuni è difficile da superare, peccato perché essere leader significa suscitare entusiasmo e sentimenti positivi nelle persone che ci circondano, e non cieca e sterile sottomissione.
Part-time: buone nuove per chi ha particolari difficoltà
Lo scorso 30 novembre fra Amministra-zione e Organizzazioni Sindacali è stato siglato un’accordo volto ad ampliare la possibilità di richiedere il part-time, anche se solo per un anno, a categorie di lavoratori che presentano delle particolari difficoltà. Riportiamo di seguito la parte centrale dell’accordo: “a decorrere dal 1 gennaio 2013 il personale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato potrà richiedere la tra-sformazione temporanea del rapporto di la-voro a tempo parziale per un periodo massimo di 1 anno nei seguenti casi: per l’assistenza e cura di familiari, nel caso in cui il personale non usufruisca di per-messi di cui alla Legge 104/1 992; per lo svolgimento di attività di volontariato ai sensi della Legge 266/91; per motivi di studio esclusi dai casi previsti dall’art. 15, comma 2 del CCNL del 14.9.2000 recante "permessi per il diritto allo studio”; al rientro dalla maternità e fino al compimen-to dei tre anni del bambino nel caso non ne usufruisca già l'altro coniuge. La trasformazione temporanea del rapporto di lavoro a tempo parziale potrà essere autorizza-ta nel limite del 25 % del personale a tempo pieno assegnato al settore di appartenenza. Le parti si impegnano a valutare, in successivi incontri, l’estensione della sperimentazione anche ai profili dei servizi educativi e di Polizia Locale, entro il mese di maggio 2013.”
Gestione ex Inpdap: domande telematiche
A decorrere dal 4 aprile 2013 sarà attivata la modalità di presentazione telematica in via esclusiva delle domande per le prestazioni ex Inpdap relative a: riconoscimento del servizio militare; accredito figurativo per il riconoscimento dei periodi corrispondenti all’astensione obbligatoria per maternità verificatisi al di fuori del rapporto di lavoro ai sensi dell’art. 25, comma 2, del DLgs n. 151/2001; autorizzazione alla prosecuzione volontaria dei contributi; riscatto per la valutazione onerosa ai fini pensionistici di periodi o servizi non coperti da contribuzione altrimenti non utili; computo dei servizi ai sensi degli artt. 11, 12 e 15 del DPR n. 1092/1973. Le domande dovranno essere presentate attraverso uno dei seguenti canali: WEB – servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino tramite PIN attraverso il portale dell’Istituto; Contact Center Integrato – chiamando il numero 803164 gratuito da rete fissa o il numero 06164164 da rete mobile a pagamento secondo la tariffa del proprio gestore telefonico; Patronati – attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi. Al fine di consentire l’informazione dei potenziali beneficiari del servizio, è previsto un periodo transitorio, fino al 3 aprile 2013, durante il quale le domande in esame potranno essere presentate con le consuete modalità o attraverso il canale telematico. La circolare n. 12 del 25 gennaio 2013 fornisce informazioni più dettagliate.
Accesso alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi, ecco la circolare Inps
L 'INPS, con circolare n. 16 del 1° febbraio 2013 fornice chiarimenti rispetto al mantenimento del diritto di alcune decine di migliaia di lavoratori ad accedere alla pensione di vecchiaia con i requisiti contributivi di 15 anni previsti dalla cosiddetta ‘riforma Amato’ del 1992 (Decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503, art. 2, comma 3). La circolare riguarda persone – in particolare donne – la cui vita lavorativa è stata caratterizzata da discontinuità (ad esempio lavoratori addetti a servizi domestici e familiari, lavoratori agricoli e lavoratori dello spettacolo), che hanno maturato diversi anni di contribuzione prima del dicembre 1992, per poi uscire dal mercato del lavoro con la prospettiva di poter fruire della pensione di vecchiaia una volta raggiunto il necessario requisito anagrafico. La riforma delle pensioni targata Fornero, (art. 24 della legge 22 dicembre 2011, n. 214), ha introdotto nuove disposizioni in materia di trattamenti pensionistici. A seguito dell’entrata in vigore della predetta legge, il diritto alla pensione di vecchiaia si consegue in presenza di un’anzianità contributiva minima pari a 20 anni. L’attuale circolare, richiamando la precedente circolare nr. 65/95) fa chiarezza circa l’operatività delle deroghe di cui all’art. 2, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503 in materia di requisito contributivo, nei confronti dei soggetti che accedono alla pensione di vecchiaia nel sistema retributivo e misto, anche dopo l’entrata in vigore della riforma delle pensioni. L ’articolo 2, comma 3, del d.lgs. n. 503 del 1992, ha individuato particolari categorie di lavoratori dipendenti ed autonomi che possono accedere, in deroga all’elevazione del requisito minimo contributivo, alla pensione di vecchiaia in presenza di un’anzianità contributiva minima di 15 anni anziché 20 ed al perfezionamento dell’età pensionabile prevista per la generalità dei lavoratori. Rientrano in questa categoria, i seguenti lavoratori: Lavoratori che al 31 dicembre 1992 hanno maturato i requisiti di assicurazione e di contribuzione previsti dalla normativa previgente; Lavoratori ammessi alla prosecuzione volontaria in data anteriore al 31 dicembre 1992; Lavoratori dipendenti che possono far valere un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni e risultano occupati per almeno 10 anni per periodi di durata inferiore a 52 settimane nell’anno solare; Lavoratori dipendenti che pos-sono far valere al 31 dicembre 1992 un periodo di assicurazione e di contribuzione inferiore ai 15 anni previsti dalla previgente normativa. iscritti fondo di quiescenza poste. Nei confronti degli iscritti al Fondo di Quiescenza Poste che maturano i requisiti anagra-fici previsti per la pensione di vecchiaia di cui all’art. 24, com-ma 6, della legge 214 del 2011, a decorrere dal 1 gennaio 2012 trova applicazione la deroga prevista dall’art. 2, comma 3, lettera c) del decreto legislativo n. 503/1992 nei termini specifi-cati al paragrafo 2 lettera d) della presente circolare. Pertanto, l’anzianità contributiva maturata entro il 31/12/1992 som-(Continua da pagina 2) mata a quella successiva a tale data fino al compimento dell’età pensionabile consente l’accesso al trattamento pensionistico di vecchiaia. Applicazione dell’art. 2, comma 3, d.lgs. n. 503 del 1992 per gli iscritti alla gestione ex Inpdap. L’art. 6, comma 1, del D.lgs. 503/92 dispo-ne che: “per le forme di previdenza sostitutive ed esclusive del regime generale obbligatorio, si applicano i criteri di cui all’articolo 2 del pre-sente decreto, fermi restando i requisiti assicurativi e contributivi previsti dai rispettivi ordinamenti, se più elevati”. Per quanto sopra ed in considera-zione della necessità di procedere all’armonizzazione applicativa delle regole sopra esposte nelle diverse gestioni previdenziali dell’Istituto, a decorrere dal 1 gennaio 2012 e con riferimento ai soggetti che, nel regime misto, maturano i requisiti anagrafici previsti per la pensione di vecchiaia dall’art. 24, comma 6, della legge n. 214/2011 le deroghe relative al requisito contributivo minimo previ-ste dall’art. 2, comma 3, lettere a) e c) del citato decreto legislativo n. 503/92 trovano applicazione per gli iscritti alla gestione ex Inpdap nei termini specificati al paragrafo 2 lettere a) e d) della presente circolare. applicazione del’art.2, comma 3, del d.lgs. n. 503 del 1993 per gli iscritti alla gestione ex enpals. Nella circolare sono descritti in dettaglio i requisiti necessari per l’accesso alla pensione per ciascuna delle categorie sopra elencate.
Sporco Comune
Lunedì 4 marzo si è svolto l’atteso incontro tra amministrazione comunale, organizzazioni sindacali e RSU sul problema delle pulizie negli edifici comunali. I rappresentanti sindacali hanno sottolineato il netto peggioramento delle condizioni di pulizia verificatosi in seguito alla revisione al ribasso del contratto di appalto, chiedendo all’amministrazione comunale di ripristinare il capitolato precedente. Hanno inoltre messo in luce come il sistema di gestione e di controllo dell’appalto attuale sia macchinoso e inefficiente, chiedendo che i singoli servizi – specialmente quelli aperti al pubblico – possano modulare le prestazioni dell’impresa di pulizia secondo le proprie esigenze specifiche, e pretendendo maggiore trasparenza e decisione nel sanzionare le inadempienze della società appaltatrice. Infine hanno denunciato con forza le condizioni di sfruttamento e di ricatto in cui sono costretti ad operare i dipendenti della ditta appaltatrice, chiedendo che il Comune intervenga per verificare il rispetto delle norme contrattuali e dei diritti dei lavoratori. Da parte dei rappresen-tanti dell’amministrazione comunale – Dragonetti, di Risorse Umane, Boria e Sirnia della Facility management – vi è stata una inaccettabi-le minimizzazione del problema. Hanno innanzitutto negato che la situazione di pulizia degli edifici comunali sia oggi peggiore che in passato (evidentemente gli uffici dei dirigenti continuano ad essere puliti tutti i giorni). Hanno poi dichiarato che il sistema di gestione e di controllo, dopo qualche difficoltà inizia-le, funziona oggi abbastanza bene. Infine hanno tenuto a precisare che dalle verifiche a campione effettuate sulle buste paga e sulla posizione contributiva di alcuni dipendenti della ditta appaltatrice non è emer-sa alcuna irregolarità. La dottoressa Boria si è spinta fino al punto di dire che “pulito” e “sporco” sono “percezioni soggettive” e che questo tema viene affrontato in modo troppo emotivo. Di fronte a questa palese negazione dell’evidenza i rappresentanti sindacali hanno chiesto un ulteriore incontro per presentare e discutere in modo dettagliato e approfondito le criticità esistenti, prean-nunciando iniziative di denuncia alla cittadinanza e di mobilitazione dei lavoratori nel caso l’amministrazione comunale perseverasse nella sottovalutazione del problema.
I lavoratori del Comune di Firenze rispondono alla Corte dei Conti
I lavoratori del Comune di Firenze hanno risposto alla Corte dei Conti con uno sciopero generale il 14 febbraio 2013. Uffici deserti, servizi fermi, migliaia di lavoratori e lavoratrici del comune di Firenze hanno sfilato per le vie del centro da P.V. fino alla sede della Corte dei Conti. Un corteo unitario, colorato ma compatto e determinato come non si vedeva da quasi venti anni. Questa è solo la prima risposta dei lavoratori e delle lavoratrici del Comune di Firenze all'aggressione al salario e ai diritti sindacali, altre ne seguiranno. Non si illudano, Sindaco, politici, Corte dei Conti, non ri-nunceremo mai a difendere il nostro salario, la nostra dignità, i nostri diritti. Sull’argomento si veda il nostro articolo sullo scorso numero del nostro Bollettino.
Contratti Pubblici bloccati fino al 2014
A stabilire la proroga del blocco dei contratti e degli stipendi dei dipendenti pubblici per il 2013 e 2014 sarebbe un decreto, ela-borato dal MEF in collabora-zione con i tecnici della Funzione Pubblica, su proposta di Patroni Griffi e Vittorio Grilli, che sarà portato nei prossimi giorni alla firma del premier Mario Monti per il quale, come lo esplicita Italia Oggi del 26 febbraio, "...non si dà luogo, senza possibilità di recupero, alle procedure contrattuali e negoziali ricadenti negli anni 2013-2014 del personale di-pendente dalle amministrazioni pubbliche cosi come individuate ai sensi dell'articolo 1, com-ma 2, della legge 31 dicembre 2009 n. 196 e successive modificazioni e al riconoscimento degli incrementi contrattuali eventualmente previsti a decorrere dall'anno 2011". E inoltre: "In deroga alle previsioni di cui all'articolo 47 bis, comma 2 del decreto legislativo 30 marzo 2011, n. 165 e successive modificazioni, e all'articolo 2, comma 35 della legge 22 dicembre 2008, n. 303, per gli anni 2013 e 2014 non si dà luogo, senza possibi-lità di recupero, al riconosci-mento di incrementi a titolo di indennità di vacanza contrattuale che continua a essere corrisposta nelle misure di cui all'articolo 9, comma 17, secondo periodo, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78/2010. L'indennità di vacan-za contrattuale relativa al triennio contrattuale 2015-2017 è calcolata secondo le modalità e i parametri individuati dai protocolli e dalla normativa vigenti in materia". Se il decreto fosse declinato in questo modo significa che anche l'indennità di vacanza con trattuale, gli scatti di anzianità e quant'altro sarebbero cassati. Ricordiamo che i contratti pubblici sono scaduti a dicembre 2009, ovvero da più di 3 anni e la perdita del potere d'acquisto degli stipendi pubblici ormai è diventata vertiginosa e insostenibile. In soldoni in tutto il comparto del pubblico impiego dal 2010 al 2014 si ha una perdita me-dia di ben 6500 euro, in parti-colare per gli enti locali l’importo stimato è di circa 215 euro.
Un passo avanti e due indietro
Mentre il sindaco Pisapia, tesse la sua tela per la riorganizzazione della macchina comunale, i lavoratori portano avanti la baracca dibattendosi in situazioni kafkiane. Ad esempio: i lavoratori dell’anagrafe di via Larga che giornalmente devono barcamenarsi fra mancanza di carta, mancanza dei nastri delle stampanti e dei toner. Per i nastri delle stampanti, dicono che a breve arriveranno le nuove stampanti, intanto i lavoratori, vagano inseguendo il miraggio di un nastro che gli permetta di stampare la carta d’identità del cittadino.
16 febbraio a carnevale ogni sciopero vale
S i è svolto lo scorso 16 febbraio lo sciopero della polizia locale. Uno sciopero ormai inevitabile per rialzare la testa e rispondere con orgoglio e dignità a chi in un periodo di crisi, blocchi contrattuali e retributivi vuole comprare il diritto alla salute e sicurezza della categoria con qualche ora di straordinario. Da un anno la polizia locale era in stato d'agitazione e già due scioperi erano stati revocati dalla Commissione di garanzia (il problema della legge 167, è più che mai attuale). Non è mai stato convocato il tavolo sulla salute e sicurezza degli operatori della polizia locale promesso dal sindaco Giuliano Pisapia all'indomani della morte del vigile Nicolò Savarino, inoltre il disagio dei 'ghisa' si è aggravato con l'eliminazione degli istituti della causa di servizio e dell'equo indennizzo. L'Amministrazione comunale con arroganza, in tutta continuità con quella precedente seguita ad impiegare ufficiali e agenti in attività storicamente e per diritto delegate alla polizia di Stato, noncurante dei rischi che la mancanza di tutele e la mancata formazione comportano: sgomberi di senzatetto e campi nomadi sono all'ordine del giorno, come quelli degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, in molti casi senza alcun dispositivo che descriva le modalità d'intervento. Sull’argomento fa testo il recente episodio dell’agente sanzionato con un provvedimento disciplinare per es-sersi rifiuto di procedere allo sfratto di una famiglia con tre figli. Anche il progetto “vigili di quartiere” è stato imposto senza alcuna contrattazione con le parti sindacali e sen-za alcuna valutazione della distribuzione dei carichi di lavoro con chi al progetto non aderisce.
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