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Lunedì 19 Marzo 2018 09:10 |
Mercoledì 21 marzo ore 16.30 - 18.00
via Dogana, lato Museo del Novecento
presentazione dei candidati e delle candidate
della lista Slai Cobas con aperitivo
Maria Amato, Ivan Bettini, Gianluca Cangini, Antonio Cusimano, Roberto Firenze, Angela Foggetta, Piero Maestri, Paola Masetti, Sergio Mazzarelli, Carmelo Ratone, Davide Renoffio, Sonia Tondini
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Ultimo aggiornamento Lunedì 19 Marzo 2018 11:03 |
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Giovedì 15 Marzo 2018 00:00 |
Nel caso in cui uno dei genitori è assente per malattia del bambino, l'altro genitore può richiedere un'altra tipologia di congedo?
Pur trattandosi in entrambi i casi di congedo parentale, sono disciplinati da due articoli diversi del decreto legislativo, testo coordinato 26/03/2001 n° 151, G.U. 26/04/2001).
L’art. 47 del T.U, definisce la disciplina relativa ai congedi per malattia del figlio, confermando l’estensione, fino agli otto anni di vita del bambino, del limite di fruizione degli stessi.
Mentre è l’art. 32 del T.U come novellato dalla legge 80/2015 a disciplinare la fruizione del congedo parentale.
Pertanto, i due congedi sono differenti e disciplinati da articoli diversi.
In particolare la Circolare INPS numero 139 del 29-7-2002 ha chiarito che “entrambi i genitori hanno quindi diritto, alternativamente, di astenersi dal lavoro in caso di malattia del bambino. Il congedo spetta al genitore richiedente anche qualora l’altro genitore non ne abbia titolo o non ne possa usufruire perché già in congedo parentale”. |
Ultimo aggiornamento Giovedì 15 Marzo 2018 11:10 |
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Mercoledì 28 Febbraio 2018 00:00 |
Figlio di Madia e di Brunetta
Sono 467mila i\le dipendenti di Regioni ed enti locali interessati dall’ipotesi di accordo appena siglato.
Ma questo contratto, come quelli che l'hanno preceduto (scuola, ministeriali), è figlio dei decreti Madia approvati dal Governo senza alcuna opposizione sindacale e politica. All'indomani della sentenza della Consulta che definiva la illegittimità del blocco della contrattazione, il Governo ha stretto un patto con i sindacati complici ottenendo il loro silenzio\assenso sulla riforma della pubblica amministrazione.
I sindacati hanno taciuto prima sui decreti, poi sottoscritto la riduzione da 11 a 4 comparti, sono iniziate trattative che hanno interessato la parte normativa e non solo quella economica.
Sono trascorsi mesi, lunghi mesi nei quali i contratti pubblici hanno recepito tutte le "novità" già sperimentate nel privato: dallo scambio diseguale tra aumenti economici e bonus aziendali, dal rafforzamento della sanità e previdenza integrativa a un meccanismo contrattuale che ha recepito la cultura della divisione (divide et impera) tra i lavoratori con la filosofia della performance che distribuisce, in maniera discrezionale, i soldi di tutti (la produttività). Spergiuravano di voler superare la legge Brunetta ma in realtà ne hanno clonato i meccanismi favorendo una ristretta parte del personale che avrà la maggiorazione del premio individuale (art 69 stabilisce una maggiorazione del 30% per un numero ristretto di dipendenti giudicati virtuosi). Vergognosi!
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Ultimo aggiornamento Giovedì 01 Marzo 2018 13:04 |
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Domenica 14 Gennaio 2018 21:08 |
Cub, Sgb, Slai Cobas, Si Cobas, Usi Ait, Pubblico Impiego in Movimento
La firma dell’ipotesi di contratto nazionale delle funzioni centrali (23 dicembre 2017) rappresenta un’ulteriore battuta d’arresto per tutto il pubblico impiego, perché questo accordo, contrariamente a quanto scrivono i sindacati della complicità, impone aumenti compatibili con i soldi stanziati dal Governo e in linea con i dettami della finanza europea. Aumenti erosi completamente dall’aumento del costo della vita, senza un centesimo di arretrato per il periodo che va dal 2010 al 2015, con risorse ridotte per il 2016 e 2017, con i soldi della produttività di tutte/i distribuiti in modo sempre più diseguale, in linea con le fasce previste sin dal 2009 dal cd. decreto Brunetta, per niente superato.
La contrattazione viene limitata alla sola suddivisione delle risorse, con criteri in gran parte decisi dalla dirigenza e del tutto esclusa su aspetti fondamentali quali orari, organizzazione del lavoro, mobilità, etc.. Le rsu ridotte ormai a rappresentare simulacri di negoziati inesistenti.
Si fa sempre più strada l'orario multiperiodale per risparmiare su forza lavoro e straordinari; si riducono gli spazi di agibilità sindacale (cessa definitivamente di esistere la già discutibile concertazione), si scaricano sul singolo lavoratore gli oneri della solidarietà (vedi le ferie solidali) che dovrebbero rientrare invece tra i diritti individuali inalienabili affinché chi si ammala non perda il posto di lavoro.
Sulla scia del contratto dei metalmeccanici, si rafforzano previdenza complementare, sanità integrativa e welfare aziendale con le risorse decentrate che saranno appannaggio di quelle stesse organizzazioni firmatarie o delle loro emanazioni: questo è il vero oggetto della cessione dei diritti e degli aumenti contrattuali.
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Ultimo aggiornamento Domenica 14 Gennaio 2018 21:52 |
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Mercoledì 14 Marzo 2018 00:00 |
Il caso: una lavoratrice con part-time verticale contestava con vertenza giudiziaria la riduzione da 3 a 2 dei giorni di permesso mensile riconosciuti dall’articolo 33 comma 3 L. 104/92 per i familiari di portatori di handicap in situazione di gravità. La ricorrente, dipendente con part-time verticale. Sia in primo che in secondo grado i giudici di merito le hanno dato ragione.
Sia il datore di lavoro che l’Inps ricorrevano in Cassazione contro la sentenza della Corte d’appello di Trento. In particolare, l’ente di previdenza confutava l’affermazione della Corte, laddove la stessa precisava che la riduzione dell’importo in funzione del minor numero di ore di lavoro, sancita dall’articolo 4 del Dlgs. 61/2000, riguardava solamente il trattamento economico del lavoratore part-time, oltre a retribuzione feriale, malattia ordinaria e professionale, infortuni, maternità, con esclusione appunto dei permessi L. 104.
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Ultimo aggiornamento Giovedì 15 Marzo 2018 10:40 |
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Giovedì 22 Febbraio 2018 00:00 |
Nella notte tra il 20 e il 21 febbraio è stata firmata l'ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto Funzioni Locali ( regioni, province e città metropolitane, comuni).
L'ipotesi, firmata da Cgil, Cisl, Uil e Csa, prevede:
- aumenti salariali del tutto insufficienti a recuperare la perdita del potere d'acquisto causata da otto anni di mancato rinnovo (45 euro netti circa per i lavoratori di categoria C, 35 euro per quelli di categoria B);
- un peggioramento della parte normativa (per esempio per quanto riguarda la legge 104);
- un inasprimento del codice disciplinare;
- una maggiore selettività e discrezionalità dei dirigenti nella distribuzione del premio incentivante la produttività;
- Un ridimensionamento del ruolo delle RSU direttamente elette dai lavoratori a favore di “commissione paritetiche” controllate dai dirigenti comunali e dai burocrati dei sindacati confederali.
É un brutto contratto, frutto della decisione di CGIL, CISL, UIL e CSA di accettare i vincoli economici posti dal governo e di non chiamare le lavoratrici e i lavoratori alla lotta per un contratto dignitoso.
Chiediamo che venga sottoposto alla discussione e al voto in assemblee e referendum.
Slai Cobas
Sial Cobas
Volantino in formato pdf
Volantino a colori formato pdf
Testo dell'ipotesi di accordo |
Ultimo aggiornamento Giovedì 22 Febbraio 2018 11:01 |
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