Il Governo Draghi, forte del sostegno pressoché di tutto l’arco partitico, dalle rappresentanze di categoria datoriali, oltre che dalle segreterie di CGIL, CISL, UIL e CSA, sta per sfornare una serie di manovre, che peseranno sulle spalle di lavoratori, disoccupati e pensionati e che peggioreranno ulteriormente le nostre condizioni lavorative e di vita.
Il Governo guidato da colui che in molti auspicavano come l’uomo della provvidenza che avrebbe risolto tutti i problemi, si sta rivelando un esecutivo che lascerà in eredità l’ulteriore impoverimento di diritti e salari per le classi sociali più deboli.
Ci obbligano al green pass ma non si vedono neppure lontanamente gli investimenti economici tanto sbandierati e promessi nel primo periodo della fase emergenziale per il COVID, per la sanità ormai al collasso, per le scuole dove vengono confermate le classi pollaio, per i trasporti che impongono di viaggiare a pieno carico.
Mentre il Governo si appresta a normare il rientro incondizionato in presenza di tutti i lavoratori nonostante non sia superata l’emergenza sanitaria, non ha disposto investimenti per la Pubblica Amministrazione, innanzitutto per la necessità inderogabile di cospicue assunzioni, il superamento di ampie fasce di precariato e la diminuzione dei carichi di lavoro. Altrettanto irrisorie le risorse che intendono destinare ai rinnovi contrattuali ormai scaduti da due anni (ricordiamo che la precedente vacanza contrattuale è durata un decennio), e si preannunciano, come la volta precedente, aumenti medi netti intorno ai 30 Euro mensili.
La riforma pensionistica che si propongono di approvare continuerà a basarsi su un innalzamento dell’età in uscita con ipotesi di aggiuntive contrazioni economiche che determineranno pensioni ancor più misere. Per alimentare i fondi pensionistici privati gestiti in complicità con CGIL, CISL e UIL è vergognosa l’intenzione di scippare il TFR ai neoassunti della P.A. tramite il silenzio assenso.
Gli aumenti previsti, soprattutto per gli elementi primari ed energetici, impoveriranno altresì le vite di tutti.
Il cosiddetto “uomo della provvidenza”, in realtà persevera nella logica di chi l’ha preceduto: far pagare il prezzo della crisi economica alle classi sociali più fragili, escludendo manovre finanziarie utili a prelevare risorse economiche dai redditi più ricchi. L’unico mercato che registra un significativo incremento è quello del lusso a testimonianza delle disuguaglianze che aumentano.
LUNEDI 11 OTTOBRE SCIOPERO GENERALE NAZIONALE
indetto da tutti i Sindacati di Base
L’adesione di tutti noi è essenziale per dimostrare fortemente l’opposizione alle scelte del Governo cosiddetto dei “migliori”. È la risposta di chi non ci sta, di chi pagherà con la propria salute, con i propri soldi vedendosi cancellare diritti e futuro, verso chi sostiene disuguaglianze sociali a vantaggio esclusivo dei poteri forti che lo sostengono.
Per:
- Investimenti e cospicue assunzioni nella sanità, trasporti e scuola, e in tutta la P.A., diminuzione dell’orario di lavoro a parità di salario, reinternalizzazione dei servizi privatizzati.
- Salari con significativi aumenti economici contrattuali e la reintroduzione di meccanismi che li tutelino dall’inflazione, rinnovi contrattuali con aumenti coerenti al costo della vita, contratti decentrati con progressioni economiche garantite per tutti i lavoratori.
- Difesa e rilancio della previdenza pubblica, diminuzione dell’età pensionistica e aumento dei coefficienti che determinano gli emolumenti.
- Salvaguardia del TFR, consentendo che anche nella P.A. vi sia il diritto di chiederne anticipo per cure sanitarie, acquisto della casa, e altre necessità.
- Tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, garanzia dei sistemi ispettivi e del ruolo degli RLS.
Contro:
- Politiche economiche a danno delle classi sociali più deboli, l’aumento indiscriminato dei prezzi delle accise, dei beni primari, dell’energia, delle spese sanitarie.
- Contratti che prevedono indennità e salari legati alla misurazione della performance (la fatidica pagellina), risorse destinate alle P.O. che gravano sul fondo economico collettivo dei lavoratori riducendolo ulteriormente a vantaggio di pochi compromettendo le progressioni economiche per tutti.
LUNEDI 11 OTTOBRE
SCIOPERO GENERALE NAZIONALE
concentramento ore 10:00 via Pantano, 9
sotto la sede di Confindustria
Adl Cobas, CUB Pubblico Impiego, Sial Cobas, Slai Cobas, USB, USI