In questo numero:
- Progressioni orizzontali
- Stato di polizia
- Politiche Occupazionali: l'emorragia continua
- Diamo i numeri
- Nuovo contratto vecchia politica
Progressioni Orizzontali
Finalmente sono state pubblicate nella intranet del Comune di Milano le graduatorie relative alle progressioni economiche orizzontali 2018. Gli interessati sono circa 2800, che vanno a sommarsi ai circa 5600 colleghi che hanno effettuato la progressione nel 2017.
Circa 2800 lavoratrici e lavoratori effettueranno invece la progressione nel 2019. Resteranno esclusi i nuovi assunti, ovvero coloro che non hanno ancora maturato due anni di permanenza nella stessa categoria economica, e i pochi colleghi che negli ultimi due anni hanno ottenuto una valutazione inferiore a 6.
Questo è quanto previsto dall'accordo del dicembre 2017, che anche noi abbiamo condiviso - nonostante alcune criticità - e che difenderemo da ogni tentativo di modificarlo in peggio, magari introducendo ulteriori elementi di "meritocrazia", che servono solo a dividere i lavoratori e ad asservirli a dirigenti e funzionari.
Rimane da affrontare e risolvere il problema dei cosiddetti "apicali", cioè di coloro che al momento della sigla dell'accordo occupavano già la categoria più alta del loro profilo professionale.
Si tratta di circa 3000 colleghi la cui progressione non era allora consentita ma è ora possibile dopo l'entrata in vigore del nuovo contratto nazionale. Anche per loro chiederemo che venga valorizzata l'anzianità di servizio e minimizzato il peso della valutazione.
Stato di Polizia
…..per me, l’inefficienza e l’inerzia nella pubblica amministrazione dovrebbero essere trattate come piccoli reati: non vanno tollerate, vanno sanzionate. Cosa significa, ministro Giulia Bongiorno?
«Ci sarà una struttura ad hoc che le valuterà e se non giustificate stabilirà delle sanzioni. Interverremo entro dicembre in consiglio dei ministri con una maxi-legge delega». E come funzionerà: con l’ennesimo ufficio reclami?
«No, sarà una commissione composta da tecnici di altro profilo ed esperti di diritto amministrativo che avrà poteri di intervenire e irrogare sanzioni ad esempio contro chi dilata a dismisura i tempi in cui deve dare un riscontro al cittadino, disapplica le leggi vigenti, inventa oneri amministrativi».
Politiche Occupazionali: l'emorragia continua
Il rapporto fra dotazione organica e servizio svolto, inutile dirlo, rimane fondamentale sia per mantenere una certa qualità di servizi sia per mantenere una certa qualità di diritti per i lavoratori che lo svolgono. Chiuso l'ultimo triennio, che in verità rimane aperto per via di un discreto numero di assunzioni programmate ma non effettuate (i celeberrimi "resti occupazionali"), un nuovo piano occupazionale è all'orizzonte, all'insegna (tanto per cambiare) dell'opacità.
Meno opaco è l'esito dell'ultimo piano, sintetizzabile nella tabella sottostante, tanto sintetica quanto impietosa, attraverso cui visualizziamo la perdita di 820 posti di lavoro da inizio 2012 al novembre 2017, di cui 472 dal gennaio 2014. Gli ultimi concorsi non hanno quindi sortito grossi risultati. Oltretutto si evidenzia una dotazione sbilanciata in direzione delle categorie più alte (oggi abbiamo 2.428 D e 114 dirigenti). In prospettiva il modello di organizzazione sembra essere quello della corporation, che esternalizza gran parte del lavoro e centralizza e rafforza le funzioni di programmazione e controllo.
Capitolo a parte va dedicato all'età dei lavoratori: fosse confermata quota 100 (in realtà pare di no) si constata la presenza in dotazione di 5.305 DIPENDENTI (5.305!) con età superiore ai 55. Non passasse quota 100, il problema rimarrebbe tale e quale protratto in avanti di un paio d'anni.
Diamo i numeri
Nuovo contratto vecchia politica
La legge di bilancio mette sul piatto del prossimo anno 1,1 miliardi per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Ma il 70% di questi fondi è già «prenotato» per vincoli di legge o per destinazioni di fatto obbligate.
Sul tavolo delle trattative restano insomma 330 milioni, che si tradurrebbero in un aumento medio da meno di 10 euro a dipendente.
Difficile quindi che il confronto parta davvero. E anche per il 2020 e 2021 i binari sono stretti.
Tra le voci del programma inviato a Bruxelles, di fatto, il rinnovo contrattuale dei dipendenti pubblici non c’era.
Nel passaggio dalla teoria alla pratica 3 sono le quote già «prenotate» inserite nell’1,1 mld di euro stanziati.
La prima è rappresentata dai 250 milioni all’anno dell’«elemento perequativo », cioè l’aumento temporaneo con cui l’ultima tornata contrattuale ha irrobustito un po’ le buste paga più basse. Altri 310 milioni il primo anno, e 500 dal secondo,
servono per finanziare ’«indennità di vacanza contrattuale», cioè la voce dovuta per legge ai dipendenti pubblici quando il rinnovo tarda.
Una terza fetta, 210 milioni all’anno, è poi destinata alla «specificità» di forze di polizia e vigili del fuoco, con il solito meccanismo che incrementa i loro fondi integrativi per compensare le attività operative su strada.
Con 10 euro a Milano non ti mangi nemmeno un piatto di lenticchie.