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Ipotesi di accordo Funzioni Locali - al peggio non c'é mai fine PDF Stampa
Scritto da Administrator   
Mercoledì 28 Febbraio 2018 00:00

Figlio di Madia e di Brunetta

Sono 467mila i\le dipendenti di Regioni ed enti locali interessati dall’ipotesi di accordo appena siglato.

Ma questo contratto, come quelli che l'hanno preceduto (scuola, ministeriali), è figlio dei decreti Madia approvati dal Governo senza alcuna opposizione sindacale e politica. All'indomani della sentenza della Consulta che definiva la illegittimità del blocco della contrattazione, il Governo ha stretto un patto con i sindacati complici ottenendo il loro silenzio\assenso sulla riforma della pubblica amministrazione.

I sindacati hanno taciuto prima sui decreti, poi sottoscritto la riduzione da 11 a 4 comparti, sono iniziate trattative che hanno interessato la parte normativa e non solo quella economica.

Sono trascorsi mesi, lunghi mesi nei quali i contratti pubblici hanno recepito tutte le "novità" già sperimentate nel privato:  dallo scambio diseguale tra aumenti economici e bonus aziendali, dal rafforzamento della sanità e previdenza integrativa a un meccanismo contrattuale che ha recepito la cultura della divisione (divide et impera) tra i lavoratori con la filosofia della performance che distribuisce, in maniera discrezionale, i soldi di tutti (la produttività). Spergiuravano di voler superare la legge Brunetta ma in realtà ne hanno clonato i meccanismi favorendo una ristretta parte del personale che avrà la maggiorazione del premio individuale (art 69 stabilisce una maggiorazione del 30% per un numero ristretto di dipendenti giudicati virtuosi). Vergognosi!

La zampata di Confindustria

Ma i contratti pubblici recepiscono anche altro, ossia il modello di contrattazione voluto da Confindustria, Cgil Cisl UIl. E' sintomatica la istituzione di una commissione paritetica sui profili professionali che sottrare potere contrattuale alle rsu elette dai lavoratori e dalle lavoratrici per restituirlo ai terminali dei sindacati complici. I profili sono fermi all'anno 1999, prevedono figure professionali da tempo inesistenti negli enti locali, esternalizzate in tanti appalti; l'ammodernamento della Pubblica amministrazione è urgente ma espropriare le rsu dalla discussione è una scelta politica che va verso il rafforzamento del potere dei sindacati complici. Dopo aver smantellato i diritti dei lavoratori privati tramite la varie leggi come la Madia e similari e grazie a contratti come questo si cercano di smantellare i diritti dei lavoratori pubblici.

Gli 85 euro di aumenti? Abbiamo scherzato

Per mesi e mesi ci hanno promesso 85 euro di aumento come se fosse un risultato grandioso. Invece? Invece neanche quelli, che dire si vede che avendo sottoscritto questa intesa pochi giorni dopo il carnevale credevano di essere ancora in quel clima scherzoso, d’altronde lo si sà a carnevale ogni scherzo vale.

Ma vediamo cosa succede. Gli aumenti medi del nuovo contratto si attestano al di sotto della cifra promessa degli 85 euro ma anche sulla dinamica salariale urgono alcune precisazioni. Aumenti lordi a regime (con decorrenza 1° marzo) compresi tra 52 e 90,3 euro lordi, la media si aggira attorno a 65 euro.

E come si arriva alla cifra? Con «l’elemento perequativo», che  tra i ministeriali era rivolto solo ai livelli piu' bassi mentre negli enti locali riguarda tutti i livelli ovviamente quelli piu' bassi percepiranno di più degli altri. Ma attenzione a questo elemento perequativo che dura da Marzo a Dicembre 2018, non è pensionabile e nel migliore dei casi arriva a 29 euro.

L’«elemento perequativo» doveva servire per sterilizzare la perdita di parte del bonus da 80 euro, ma cosa succederà dal 1 Gennaio 2019 quando non ci sarà piu'?

É evidente che i lavoratori e le lavoratrici capiranno l'inganno a elezioni avvenute, tra diversi mesi quando senza l'elemento perequativo rimarranno solo i 65 euro lordi medi e le buste paga degli enti locali resteranno le più leggere di tutta la Pubblica amministrazione, senza alcun recupero reale del potere di acquisto perduto in nove anni di blocco, anzi il contratto non avrà portato alcun beneficio ai lavoratori e alle lavoratrici.

Regolamentazione delle posizioni organizzative o nuova area quadri?

Le «posizioni organizzative» saranno a carico del bilancio degli enti e in questo modo si raggiungono due obiettivi: la nascita dell'area quadri e la sostituzione dei dirigenti con le Po che saranno una forza lavoro ricattabile dai Sindaci e per questo motivo il bonus arriverà a 16 mila euro lordi.

Ma dal fondo della produttività attuale toglieranno intanto la parte destinata alle Posizioni organizzative che fino ad oggi avevano una retribuzione di risultato compresa tra il 10 e il 25% mentre con il nuovo contratto si attesteranno tutte attorno al 20%.

Si rafforza il ruolo delle Po, vengono previsti anche incarichi di posizione ad interim, con incremento dei valori della retribuzione dal 15 al 25%.

Nascono poi alcune nuove posizioni economiche: A6, B8, C6 e D7 e il costo di  queste nuove possibili progressioni ricadrà sull'esiguo fondo del trattamento accessorio.

Il contratto degli enti locali, come anche gli altri della Pa già siglati, prevede le ferie solidali, uno strumento che in teoria potrebbe essere giudicato positivamente ma di positivo ha invece ben poco. Dovrebbe essere a carico del datore di lavoro il costo della solidarietà verso colleghi\e in situazioni particolarmente disagiate.

Welfare aziendale: lo scambio diseguale tra bonus e aumenti in busta paga

Restano da approfondire due questioni:il welfare aziendale e la Polizia Municipale.

Il contratto nazionale dei meccanici ha fatto scuola, del resto il Governo sta dettando linee guida valide per ogni comparto. Il welfare aziendale, lo scambio diseguale tra aumenti contrattuali e bonus, è un elemento comune come il rafforzamento dell'assistenza sanitaria integrativa. Va detto esplicitamente: il welfare aziendale  sostituisce lo stato sociale universale, è a carico dei lavoratori e delle lavoratrici che lo barattano con la rinuncia ad aumenti contrattuali veri e propri, viene agevolato da trattamenti fiscali migliori da parte del Governo .

All'articolo 72 del ccnl autonomie locali si regola il «welfare integrativo» rinviando alla contrattazione integrativa la sua attuazione sotto forma di bonus e di polizze sanitarie e previdenziali integrative. Una differenza tuttavia esiste tra autonomie locali e ministeriali, questi ultimi hanno la possibilità di prendere soldi dal fondo delle risorse decentrate (e quindi tagliare la produttività) per favorire il welfare aziendale, al contrario i lavoratori e le lavoratrici delle autonomie locali potranno dormire sonni un po' più tranquilli  e al welfare aziendale andranno solo le risorse «già stanziate dagli enti … anche per finalità assistenziali nell'ambito di strumenti a carattere mutualistico, anche già utilizzati dagli enti stessi». Ma anche qui non mancano le insidie perché al welfare aziendale destineranno sempre più risorse economiche a discapito di aumenti in busta paga.

Polizia Locale

Chiudiamo con la Polizia Municipale che nell'era dei daspo e del decoro urbano acquista un ruolo determinante ma avrà solo in apparenza  maggiore potere contrattuale. Con i proventi del codice della strada si potranno finanziare non solo la sanità integrativa o il fondo previdenziale Perseo Sirio cogestito con i sindacati, con l'art 208 del codice della strada si potranno anche finanziare  progetti incentivanti. Poi viene inventata di sana pianta una sorta di indennità, compresa tra 1 a 10 euro al giorno, per i vigili che svolgono la loro attività all'esterno in via continuativa. Non pensiamo che le ore di straordinario fatte dai vigili per eventi finanziati da Privati siano una conquista visto che non sono soggetti ai vincoli ai quali viene sottoposto lo straordinario.

Si fa strada piuttosto l'idea che qualunque soggetto privato danaroso possa finanziarsi la presenza dei vigili, un precedente pericoloso che potrebbe presto determinare minore agibilità democratica per tante realtà, in primis quelle che tutelano gli interessi delle classi sociali meno abbienti o le realtà di base e di movimento, realtà che costrette a pagare la presenza dei vigili si troverebbero costrette a non portare in piazza le loro istanze. Questa misura va di pari passo con la cultura securitaria del decoro urbano ma qui il discorso ci porterebbe assai lontani. Nel frattempo nessuna decisione efficace è stata assunta come quella di non conteggiare le assunzioni per vigili e maestre all'interno dei tetti previsti alle spese di personale.

Slai Cobas - Sial Cobas comune di Milano

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Ultimo aggiornamento Giovedì 01 Marzo 2018 13:04
 
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