Il contratto collettivo nazionale degli Enti locali in vigore scade il prossimo 31 dicembre 2018.
È dunque il momento di riprendere la discussione e la lotta per un nuovo contratto dignitoso, che ridia salario e diritti alle lavoratrici e ai lavoratori comunali.
Rivendichiamo:
- Aumenti che recuperino pienamente la perdita del potere di acquisto subita dai nostri salari negli ultimi 10 anni. In concreto ciò significa aumenti minimi lordi di 200€ al mese.
- L'introduzione della quattordicesima mensilità, che è salario certo, in sostituzione del premio incentivante la produttività, che invece è salario variabile, condizionato dalla valutazione dei dirigenti.
- Riduzione d'orario a 35 ore (a parità di salario) per tutti, con ulteriore riduzione a 34 ore per i turnisti.
- Possibilità di chiedere l'anticipo del TFS/TFR come avviene per i lavoratori del settore privato.
- Riduzione dell'attesa per la liquidazione del TFS/TFR, che deve essere equiparata a quella del settore privato (45 giorni) mentre ora può arrivare fino a 24 mesi.
- La restituzione alle RSU, che sono organismi democraticamente eletti dalle lavoratrici e dai lavoratori, del potere di contrattazione decentrata che è stato loro tolto dal contratto attuale.
Chiediamo infine l’eliminazione di ogni blocco delle assunzioni, perché questo è l’unico modo per garantire l’occupazione che serve a mantenere servizi pubblici di qualità, evitando esternalizzazioni e privatizzazioni.