- 6 settembre sciopero contro la manovra del massacro sociale
- Politiche disoccupazionali
- Riprendiamoci il 25 aprile e il 1 maggio
- Arriva lo scippo del Tfs (liquidazione)
- Tagliamo le spese militari
- Riforma delle Polizie Locali
6 settembre sciopero contro la manovra del massacro sociale
USB Slaicobas ORSA Cib-Unicobas Snater SiCobas USI
indicono lo sciopero generale il 6 settembre 2011
Contro la manovra del massacro sociale
Milano ore 9.30 Largo Cairoli
A seguire un resoconto delle misure previste dalla manovra economica.
Per andare incontro alla crisi finanziaria internazionale, al crollo delle borse, ai diktat dei banchieri e delle grandi imprese e su ordine espresso della BCE, il ministro Tremonti, Berlusconi e il governo, con l’obiettivo del fatidico pareggio di bilancio, hanno partorito una manovra-monstre che è di 25,7 miliardi nel 2012 sino ad arrivare nel 2013 a 49,8 miliardi di euro, suscitando la condivisione dei vertici economici europei, il “”grande apprezzamento” della cancelliera tedesca Merkel, la sottoscrizione del decreto del Presidente Napolitano e il nullismo politico della sedicente “opposizione” parlamentare, con gli annessi sindacati governativi.
La manovra è una babele di tagli generalizzati a partire dai 6 miliardi nel 2012 e di 2,5 nel 2013 nei Ministeri sino ai 6 miliardi nel 2012 e di 3,5 nel 2013 negli Enti Locali.
Dilazione del pagamento del TFR
Il pagamento del TFR per i lavoratori (per le uscite di anzianità, non di vecchiaia) sarà posticipato a 24 mesi (non più 6), senza interessi, un evidente disincentivo ad andare in pensione.
Tredicesime dei lavoratori pubblici
Le tredicesime dei lavoratori, nelle amministrazioni che non rispettano gli obiettivi di riduzione della spesa, saranno a rischio (dilazionate in tre rate), invece di colpire i politici o i dirigenti incompetenti si punisce i lavoratori, una strampalata legge del taglione che invece di colpire il ladro bastona il derubato.
Eliminazione di piccoli comuni, provincie ed enti pubblici non economici
Con l’alibi della riduzione dei costi si procede all’eliminazione dei piccoli comuni sotto i 1000 abitanti e di una trentina di Province (sotto i 300 mila abitanti), senza prevedere chi debba avere le attuali competenze di questi enti, che in genere sono sovra-comunali. Il risparmio riguarderebbe esclusivamente il taglio della classe politica, che sarebbe prontamente sostituita da esosi manager pubblici e/o privati e sarebbe un'ulteriore giustificazione alla privatizzazione di fornitura di beni e servizi. Quindi sarebbero a rischio privatizzazione servizi come la formazione professionale e lavoro, la sorveglianza ambientale, l'edilizia scolastica, la manutenzione delle strade, dei boschi e del territorio.
Vengono inoltre soppressi gli enti pubblici non economici con meno di 70 unità.
Aumento dell’età pensionistica per le donne
Dal 2016 sale l’età per la pensione di vecchiaia delle donne che salirà a 65 anni nel 2027.
Mobilità e trasferimenti del personale pubblico
Viene previsto che le amministrazioni prima di procedere con nuovi concorsi per l’assunzione di personale debbano attivare delle procedure di mobilità per l’utilizzo di personale proveniente da altre amministrazioni.
Il trasferimento è disposto, nei limiti dei posti vacanti, con inquadramento nell'area funzionale e posizione economica corrispondente a quella posseduta presso le amministrazioni di provenienza, e può essere disposto anche se la vacanza sia presente in area diversa da quella di inquadramento, assicurando - in ogni caso - la necessaria neutralità finanziaria.
Il comma 29 prevede che i dipendenti pubblici (ad esclusione dei magistrati) possano essere trasferiti in luogo di lavoro e sede diversi sulla base di motivate esigenze, tecniche, organizzative e produttive con riferimento ai piani della performance o ai piani di razionalizzazione, secondo criteri e ambiti regolati dalla contrattazione collettiva di comparto.
Per il personale del ministero dell'Interno il trasferimento può essere disposto anche al di fuori del territorio regionale di riferimento.
Non abbiamo bisogno di spiegare quali possano essere le conseguenze pratiche di un trasferimento per i lavoratori di quegli enti che hanno sedi su più città, come vi sentireste se vi trasferissero d’ufficio da Milano a Sondrio o chissà dove?
In arrivo infine modifiche al regime di aspettativa per chi ricopre cariche elettive pubbliche.
Nella scuola vietati i passaggi di carriera pre pensionistici e introdotta la finestra mobile
Viene applicato anche nella scuola, come era già stato deciso per le altre amministrazioni pubbliche, la cosiddetta finestra mobile per la pensione con l’uscita ritardata di 12 mesi a decorrere dal raggiungimento dei requisiti d’età.
Privatizzazioni: alla faccia del voto referendario
I servizi pubblici locali a rilevanza economica, alla faccia del voto referendario, saranno privatizzati.Per favorire questo processo, saranno premiate (stanziati 500 milioni di euro) quelle amministrazioni locali che venderanno le proprie quote azionarie.
Affossati i contratti nazionali
Viene prevista la possibilità che i contratti sottoscritti a livello aziendale (anche da rappresentanti aziendali di comodo e senza il voto dei lavoratori) possano operare in totale deroga ai contratti nazionali e addirittura alle ‘disposizioni di legge vigente’ mettendo così in discussione il contratto nazionale.
Scardinato l’art. 18
Con un trucco viene messo in discussione l’art. 18, le fanfaronate governative che nelle conferenze stampa hanno spergiurato di non averlo messo in discussione sono squallide bugie.
In pratica viene demandata alle parte sociali la possibilità di derogarlo, quindi annullarlo.
Il regalo a Marchionne
E dulcis in fundo, come spiegato da Sacconi in conferenza stampa, l’estensione erga omnes, retroattivamente, degli accordi Fiat che si collega direttamente a quanto previsto dal patto interconfederale del 28 giugno.
Questi i provvedimenti più odiosi della manovra ferragostana che è ancora in lavorazione ma riteniamo vi siano motivi a sufficienza per aderire alla sciopero del 6 settembre.
Politiche disoccupazionali
Si è concluso il confronto tra amministrazione comunale, organizzazioni sindacali e RSU sulle politiche occupazionali per il 2011.
Le assunzioni previste sono — per tutto il Comune — 126 (comprese la mobilità da altri enti e le assunzioni obbligatorie dei disabili).
La dottoressa Arcari, che guidava la delegazione del Comune, ha spiegato che questo numero di assunzioni è il massimo consentito dalla normativa in vigore (finanziaria 2011).
RSU e organizzazioni sindacali hanno sottolineato l'assoluta inadeguatezza di questo piano rispetto alle esigenze dei servizi e dei cittadini e richiesto un confronto con la parte politica (il sindaco Pisapia, che ha mantenuto per sè la delega per il personale).
Senza assunzioni, infatti, molti servizi comunali dovranno chiudere o essere fortemente ridimensionati, è questo è un problema politico e non tecnico/burocratico.
Si chiede inoltre a Pisapia di farsi promotore di un movimento di sindaci che chieda al governo centrale di cancellare le norme che — violando l'autonomia locale — impongono limiti alle assunzioni nei comuni.
Alla fine il protocollo è stato firmato da CISL, CSA e UIL. Non hanno invece firmato RSU, CGIL e DICCAP.
Riprendiamoci il 25 aprile e il 1 maggio
Con la decisione di spostare alla domenica seguente, e quindi di fatto abolire, le festività del 25 aprile e del 1 maggio il governo rivela la propria natura neofascista.
Poco male. Vuol dire che queste due ricorrenze perderanno il carattere retorico e rituale che hanno assunto in questi ultimi anni per riacquistare la loro natura di giornate di lotta contro il fascismo e per i diritti dei lavoratori.
Arriva lo scippo del Tfs (liquidazione)
In pieno Agosto è arrivata la dichiarazione del presidente Inpdap, Paolo Crescimbeni, che invoca la previdenza integrativa anche nel Pubblico Impiego, una operazione analoga a quella già operata nel privato con il silenzio assenso e i fondi pensioni cogestiti da imprese, Sindacati e Inps.
Le dichiarazioni di Crescimbeni sono comunque utili a riflettere sui futuri scenari.
In questi ultimi 20 anni è calato vistosamente il potere di acquisto delle pensioni e dei salari. Con il sistema contributivo un lavoratore che andrà in pensione tra 20 anni avrà un assegno mensile pari a poco più di metà dell'ultimo stipendio ma la forbice tra stipendio e pensione è destinata ad allargarsi sempre più.
Dal 1 gennaio 2011 tutti i dipendenti pubblici sono sottoposti al regime del Tfr (trattamento di fine rapporto) in vigore nel privato (oggi solo il personale della Pubblica amministrazione assunto dopo il 1 Gennaio 2001 ha il tfr).
Il passaggio da Tfs a Tfr è svantaggioso per i dipendenti pubblici e a guadagnarci saranno solo le casse dello Stato. Per di più viene mantenuta una disparità di calcolo fra statali ed enti locali che ancora una volta penalizza quest’ultimi.
Per Crescimbeni “bisogna trovare la molla giusta per convincere i dipendenti ad abbandonare la vecchia abitudine del solo Tfr accantonato in attesa del momento di pensionamento”, quindi prepariamoci a contrastare lo scippo del Tfr e la ennesima speculazione sulla pelle dei lavoratori pubblici sui quali si scatenerà il business della previdenza integrativa e di fondi integrativi cogestiti con Cisl Uil, Ugl e Cgil.
Ma oggi vi sentireste tranquilli, sapendo che il vostro Tfr viene investito in Borsa? Ricordiamoci dei bond argentini, Parmalat, ecc. Chi proteggerà la nostra liquidazione da possibili crack finanziari?
Tagliamo le spese militari
L’Italia è l’ottavo paese al mondo per spese militari: 24 miliardi di euro nel 2011, a cui si devono aggiungere 1.400 milioni di euro impiegati quest’anno per le cosiddette “missioni di pace”. Ridurre questa spese sarebbe normale, in tempi di crisi.
E invece di tagli alle spese militari non si parla mai. In Italia abbiamo 600 tra generali e ammiragli, 2.660 colonnelli e decine di migliaia di altri ufficiali (un numero spropositato rispetto ai “co-mandati”).
Si può pensare di tagliare un po’ di questi alti ufficiali, i loro stipendi e tutti i benefits di cui godono? O no? È forse un tabù?
Si potrebbe pensare di tagliare o cancellare il previsto acquisto di 131 cacciabombardieri F35. Si risparmierebbero circa 16 miliardi di euro.
Un solo cacciabombardiere costa come 300 asili nido o come l’indennità annuale di disoccupazione per 15mila precari.
Perché non tagliare queste spese? Perché ogni volta si deve tagliare sulla scuola, sulle pensioni, sulla sanità e non sulle spese militari? Perché non tagliare un po’ anche sulla casta militare?
Riforma delle Polizie Locali
Lo scorso 27 luglio si è tenuto presso l'Aula del Senato, un incontro con i relatori della Legge di Riforma della Polizia Locale, Senatore Barbolini e Senatore Saia.
I due relatori hanno esposto lo stato di avanzamento in Prima Commissione Affari Costituzionali del Testo di Legge per la Riforma della Polizia Locale, specificando l'iter dei numerosi emendamenti presentati dalla maggioranza di governo.
In particolare si sono soffermati sugli emendamenti che tendono ad utilizzare la Legge di riforma quale strumento per riconoscere ai sindaci la potestà di emanare ordinanze in via ordinaria sui temi attinenti la vivibilità e la sicurezza a seguito della loro disciplina nell'ambito dei regolamenti dell'Ente.
Apparentemente c’è un concreto rischio di svuotamento della Riforma dai temi della Polizia Locale.
Difatti è ormai certo che, in linea con i provvedimenti finanziari recentemente emanati dal Governo, non sarà garantita copertura finanziaria e quindi sarà eliminato dal Testo qualsiasi articolo o comma che comporti impegno di spesa.
In questo modo scompare la possibilità di ottenere l'equiparazione previdenziale, assistenziale e infortunistica con le Forze della Polizia ad ordinamento statale nonché qualsiasi ipotesi di rivisitazione dell'indennità di vigilanza.
Vengono rese meno pregnanti, inoltre, tutte le voci che impegnano Regioni e Comuni sul versante delle dotazioni e della formazione.
Il rischio concreto è l’emanazione di una legge che aumenti la militarizzazione della Polizia Locale senza dare né le risorse ed i mezzi necessari né la minima gratificazione per il personale, solo maggiori oneri e maggiori rischi, sempre più allo sbaraglio.