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Domenica 14 Giugno 2015 00:00

la Pecora Rossa 03-2015Editoriale

Dopo 20 anni passati a servire la propria azienda (in maniera acritica) il ragionier Fantozzi decide di approfondire le suggestioni giuntegli dalla “pecora rossa”, Folagra: lavorare non è una gentile concessione dell’azienda ma, al contrario, è una prestazione che il lavoratore concede all’azienda (in cambio di una remunerazione).

Fantozzi reagisce in maniera tanto spontanea quanto individualista e velleitaria, lanciando un sasso contro la propria sede di lavoro. Una reazione inutile che rende però pensabile la rivincita di un personaggio pigro e scontato.

Sulla stessa lunghezza d’onda potremmo inserire le due mozioni RSU votate recentemente dall’assemblea plenaria RSU. Ovviamente, il lavoro che ci attende nei prossimi mesi consiste nel fornire a queste due mozioni un esito ben diverso dall’approssimativa reazione fantozziana.

La prima mozione riguarda le politiche occupazionali, su cui un sindaco stanco si è inserito con dichiarazioni sconcertanti nella comparsata a Matrix (uno dei tanti programmi spazzatura che la televisione ci propone ogni sera) affermando l’assenza di precari nella struttura comunale (solo per Expo2015 ne ha assunti più di duecento) e dimenticandosi il turnover come concetto e come impatto sull’azienda che in teoria rappresenta (la nostra). Il fabbisogno (dati forniti non dagli antagonisti berlinesi ma dalla stessa giunta) parla di 16.500 dipendenti (al momento siamo in 14.600). Da qui è necessario partire qualora la risposta alla richiesta di tavolo fosse accolta dall’amministrazione. In caso contrario, va da sé, siamo chiamati tutti e tutte alla mobilitazione.

La seconda mozione riguarda Expo2015. Un megaevento di cui il Comune di Milano è fra i principali azionisti, che si svolge principalmente nel territorio del Comune di Milano e che per Pisapia (a giudicare dalla quantità di dichiarazioni rese) è più importante della normale attività svolta dalla pubblica amministrazione. Expo2015 ha già impattato ed impatterà sui conti comunali, sui servizi alla città, in Expo ci lavorano direttamente 2500 colleghi, Expo è il modello attraverso cui si vorrà gestire il futuro della città e (al lato pratico) si sta gestendo il presente. Expo è l’oggetto di un recente accordo interno sindacale al ribasso e neppure rispettato in molti suoi punti.

I recenti fatti inseriti all’interno della mozione parlano di un disprezzo degli elementari diritti sul lavoro che per forza di cose ci vedono coinvolti in quanto inseriti nella rete del megaevento. L’Rsu del Comune di Milano, anche in virtù dell’assenza d’ogni forma di rappresentanza sindacale dei lavoratori di Expo2015, si esprime pubblicamente contro un dispositivo di sfruttamento ipocritamente inserito nell’evento che dovrebbe nutrire il pianeta. Rispetto a cui, aggiungiamo noi, l’amministrazione comunale è corresponsabile e noi non possiamo non sentirci coinvolti.

Il futuro chiarirà se tutto ciò sia un casuale sasso scagliato contro un vetro oppure una più sostanziosa presa di coscienza dei lavoratori dell’azienda più grande della metropoli.

Il Sindaco, il suo libro e le dichiarazioni a Matrix

Giuliano Pisapia si descrive nel suo libro come un politico che parla con tutti, dal Dalai Lama al Sindaco di New York, dai migranti in Stazione Centrale ai bambini con cui condivide la mensa scolastica. Un uomo la cui carriera politica è fondata sul principio di servizio per la collettività e sull’ascolto e apprezzamento delle diversità. La strategia che espone è sostenuta dall’intenzione di far governare bene la sinistra, per il bene comune, con determinazione, e realizzata grazie ad alleanze supportate da mediazioni alte. Eppure, di fronte a tanta disponibilità, il Sindaco non descrive mai un colloquio con uno o più dipendenti comunali o con uno dei lavoratori precari.

Non c’è che dire: un uomo che ha dato una svolta a questa città, ci piaccia o no! La sua determinazione però, nel tempo si è trasformata in esuberanza, sino a diventare, almeno per quel che andremo ad esporre, supponenza mista ad arroganza manifestatasi in tutta la sua contraddittorietà e autenticità nelle dichiarazioni rilasciate mercoledì 10 alla trasmissione Matrix.

A pag. 97 del suo recente libro “Milano città aperta”, il Sindaco afferma di aver risolto in gran parte il problema del precariato storico! Eppure durante la trasmissione televisiva su citata ha dichiarato che non ci sono più precari al Comune di Milano! Non capiamo, il problema è risolto in parte o totalmente?!?

A fronte di tale contraddizione le spiegazioni che si possono dare sono almeno tre:

  1. Il libro non lo ha scritto lui
  2. Le dichiarazioni di ieri sono frutto di scarsa conoscenza
  3. Per i precari ancora presenti esiste un provvedimento di stabilizzazione della loro posizione

Non volendo essere irriconoscenti verso il suo operato, noi propendiamo per la seconda spiegazione. Supponiamo che il livello alto della sua strategia di mediazione di uomo di governo, non ha permesso a lui e ai suoi assessori di accorgersi (e di conseguenza conoscere) dell’esistenza di numerosi fatti che continuano a svilire e danneggiare i dipendenti di questa amministrazione.

I salari fermi dal 2009 non sono attribuibili alla responsabilità di quest’amministrazione, però i reperimenti di personale per incarichi particolari che non vanno a buon fine avvantaggiando assunzioni di personale esterno lo sono. Come lo sono la carenza di personale in alcuni uffici con il conseguente aumento dei carichi di lavoro.

La rivoluzione gentile del Sindaco viene offuscata con il suo libro da affermazioni tanto risolute quanto metodologicamente scorrette perché non verificabili.

  • Egli dice che il Comune è colpevole di aver assunto “solo” 900 persone (pag. 97). Ma non dice a fronte di tali assunzioni quante sono le persone che in Comune non ci lavorano più.
  • Afferma di aver risolto in gran parte il problema del precariato storico (pag. 97). Ma non offre numeri a supporto di tale argomentazione.
  • Vanta inoltre di aver dato a uscieri e commessi la possibilità di collocarsi in posti di lavoro più utili e interessanti (pag. 94). Ma non spiega se e come questo progetto sia andato a buon fine
  • Oppure afferma che la mensa che ha chiuso per i dipendenti del Cimitero Maggiore costava quanto un ristorante di lusso (pag. 95). Ma non dice quanto costava davvero questo ristorante di lusso.

Da un’amministrazione che, fra i tanti esempi che potremmo continuare a fare, ha costretto da diversi anni i propri impiegati a fare la polvere negli uffici poiché le pulizie previste quotidiane riguardano svuotamento dei cestini/pulizia dei bagni e quelle settimanali la pulizia dei pavimenti, ci saremmo aspettati un linguaggio più dubitativo, improntato a una saggia prudenza, a una maggiore capacità di ascolto, in quanto a noi risulta che molte affermazioni del Sindaco non sono sostanziate dal raggiungimento degli obiettivi formulati.

Naturalmente disponibili a chiarire al primo cittadino quanto abbiamo affermato, saremmo ben felici di poterlo incontrare anche solo per congratularci con lui, poiché abbiamo una speranza, almeno per quanto riguarda la situazione dei lavoratori precari: che da quanto affermato in Tv esca in tempi brevi un provvedimento che renda effettiva la loro stabilizzazione.

Mozione R.s.u. sui lavoratori Expo

L'assemblea plenaria RSU riunita il 10 giugno 2015

richiama il Comune di Milano alle proprie responsabilità per le gravi violazioni dei diritti dei lavoratori che stanno avvenendo nel sito di Expo2015, manifestazione che avviene sul suo territorio e che è gestita da una società di cui il Comune di Milano è il principale azionista.

In particolare denuncia

  • I licenziamenti preventivi in seguito ad indagini condotte direttamente dalla Questura, che sembra abbiano riguardato circa 60 mila persone. Ciò ha leso, oltre che il diritto alla privacy, il divieto di discriminazione sancito dallo Statuto dei Lavoratori e il diritto al lavoro di almeno 600 persone, a cui è stata negata l'assunzione nonostante non avessero precedenti penali.
  • I contratti “pirata” offerti dall’agenzia interinale Manpower che prevedono retribuzioni inferiori rispetto all’inquadramento contrattuale previsto dalle norme nazionali.
  • Il caso degli istituti di vigilanza, che offrono 800 euro lorde per 40 ore settimanali di lavoro.
  • Il licenziamento di 40 hostess del Padiglione Italia dopo un solo mese di lavoro, nonostante l'impegno all'assunzione per tutti i 6 mesi dell'Expo, licenziamento avvenuto semplicemente sospendendo il contratto in essere con l’agenzia interinale (sempre Manpower).

In questo quadro di sfruttamento e violazione dei più elementari diritti, l'assemblea ritiene inoltre necessaria una informazione puntuale sui programmi di impiego all'interno di Expo2015 dei volontari, al fine di comprendere la qualità e la quantità dell’attività da essi svolta, e quindi verificare se essa si possa realmente considerare “volontariato” oppure si configuri come “lavoro gratuito”, sostitutivo del lavoro retribuito.

Per tutte queste ragioni l'assemblea chiede al Coordinamento RSU, al Portavoce ed ai sindacati presenti nell'Ente di acquisire tutti gli elementi informativi utili a chiarire i contenuti della presente mozione, di pubblicizzarne gli elementi di denuncia e di promuovere forme di sensibilizzazione e di mobilitazione per contrastare il modello sociale che Expo di fatto propone.

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Ultimo aggiornamento Lunedì 15 Giugno 2015 10:18
 
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