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la Pecora Rossa n. 3/2018 PDF Stampa
Scritto da Administrator   
Domenica 30 Settembre 2018 12:31

In questo numero:

  • Importante accordo: riduzione d'orario a parità di salario
  • Applicazione dei nuovi istituti contrattuali
  • Decreto concretezza: altro che cambiamento
  • L'elemento perequativo

Importante accordo: riduzione d'orario a parità di salario

Lo scorso 2 agosto è stata firmata in via definitiva l'intesa sulla riduzione d'orario (a parità di salario) per i lavoratori turnisti delle biblioteche comunali.
L'intesa coinvolge sia i lavoratori a tempo pieno che quelli part-time.
I primi lavoreranno 35 ore alla settimana invece di 36, gli altri avranno una riduzione proporzionale alla loro impegnativa oraria. Per esempio chi ha un part time al 50% lavorerà 17 ore e mezza invece che 18.
Questo accordo è importante perché apre la strada ad analoghe intese in tutti i settori del Comune di Milano in cui si lavora su turni.
Sul sito del Collettivo Prendiamo la Parola, potrete consultare il testo.
Contattateci!

Applicazione dei nuovi istituti contrattuali

Lo scorso 10 agosto insieme ai delegati dell’Adl e di Sgb, avevamo inoltrato una nota a Risorse Umane (consultabile sul nostro sito, assieme alla risposta di Risorse Umane) evidenziando una disomogenea applicazione dei nuovi istituti contrattuali fra le varie Direzioni.
In data 13 settembre ci è pervenuta la risposta in cui il Direttore di Risorse Umane oltre a sottolineare che tramite la pubblicazione dei vari comunicati di servizio sono state poste le basi per uniformare le interpretazioni, prende l’impegno di far organizzare degli incontri mirati con tutti gli Uffici di Funzioni Trasversali per poter mantenere il coordinamento fra le varie Direzioni.
Per quanto ci riguarda, rimane l’invito a tutti i colleghi di segnalarci eventuali difformità di comportamento.

Decreto concretezza: altro che cambiamento

Impronte digitali per scongiurare timbrature fraudolenti del cartellino, rilevazione biometrica e video sorveglianza, non stiamo parlando di un carcere, ma della Pubblica Amministrazione.
Questo è quanto prevede il decreto concretezza emanato dal Consiglio dei Ministri, l'ossessione dei Ministri è da molti anni la lotta ai furbetti del cartellino che sono una esigua minoranza. Per combatterli basterebbe rimotivare il personale e pensare ad una macchina amministrativa finalizzata per lo più alla erogazione di servizi alla cittadinanza
I furbetti non sono il principale problema per la Pubblica Amministrazione, è facile farlo credere all’opinione pubblica per deviare l’attenzione dai problemi reali, dalla assenza di cure sanitarie, da scuole che cadono a pezzi, da università costose, da infinite trafile burocratiche alimentate da tanti decreti che dovevano avere l'effetto di accorciare i tempi e snellire le procedure.
Ma di concreto in questo decreto della Ministra Bongiorno cosa troveremo?
Sicuramente non la revisione delle regole che hanno costretto innumerevoli comuni a svendere immobili e proprietà perché nel frattempo lo Stato ha tagliato i fondi, non una riduzione delle tasse locali accresciute perché lo Stato ha praticato solo tagli a Regioni e Comuni trasformandoli in gabellieri.
Per concretezza noi intendiamo altro, vogliamo fare allora degli esempi calzanti per uscire fuori dalla retorica Brunettiana (ma cara anche al Pd e al nuovo esecutivo) del dipendente fannullone?
Cosa significa concretezza?
  • Ricambio generazionale nella PA dove la forza lavoro è la più vecchia d'Europa;
  • Rompere la gabbia di Maastricht per assumere nei settori pubblici, in tutti gli enti soprattutto dove maggiore è la carenza di organici. Al contrario la Bongiorno vuole giocarsi in un anno le assunzioni del prossimo triennio e indirizzarle per lo più nello Stato, per una task force capace di ottenere fondi europei che non si capisce a quale scopo e a beneficio di chi\cosa arriveranno;
  • Cambiare la nozione di pubblico, ormai per tale si considerano anche i servizi in convenzione affidati al terzo settore che applica contratti sfavorevoli. A tutti\e sia riconosciuto almeno il contratto nazionale degli enti locali. Chi tuonava contro le "cooperative di comodo" oggi ha cambiato idea ricorrendo ad appalti e subappalti al massimo ribasso?
  • Assunzioni in sanità, mancano infermieri, tecnici, oss, medici, basta con le visite intramoenia, aumentiamo gli stipendi e garantiamo prestazioni sanitarie previo pagamento del solo ticket;
  • Assunzioni negli uffici che erogano servizi cittadino;
  • Aumentiamo il buono pasto perché dopo anni con 7 euro non si mangia più;
  • Ripristiniamo le Province che il Pd ha smantellato raccontando la storiella dell'inutile e dispendioso carrozzone quando assorbivano invece meno dell'1% della intera spesa della Pubblica Amministrazione. E con le Province un piano per la effettiva e rapida manutenzione delle strade, del territorio, per politiche di orientamento scolastico e la manutenzione di scuole ed ospedali;
Da troppi anni la Pubblica Amministrazione viene governata da colpi di decreti legislativi, nel frattempo si sono persi decine di migliaia di posti di lavoro, gli enti locali sono stati attaccati ferocemente, le province smantellate e le loro funzioni spacchettate e mal distribuite. La conseguenza di questi processi è lo scaricabarile tra stato ed enti locali, i Comuni e le Regioni hanno sempre meno risorse a disposizione e per questo accrescono le tasse locali.
I processi di riorganizzazione degli ultimi 3 ministri della PA non hanno portato benefici tangibili, oltre alla perdita occupazionale ereditiamo servizi peggiori nonostante i carichi di lavoro siano nel frattempo cresciuti con la forza lavoro più anziana d'Europa. Ma il Ministro Bongiorno fa ben poco per contrastare i veri mali che affliggono la Pubblica Amministrazione, allora meglio trasformare gli uffici in carcere pur sapendo che paura e rassegnazione non sono la cura per combattere quella lunga e tediosa malattia che affligge da troppi anni la PA, tra regole di Maastricht. bassi salari e assunzioni con il contagocce.

L'elemento perequativo

Pochi ricorderanno che nei contratti pubblici è stato previsto l'elemento perequativo per garantire quel recupero del potere di acquisto promesso ma non conquistato con gli ultimi contratti nazionali. Nel frattempo è arrivata la notizia dell'Inps che l'elemento perequativo, in scadenza al 31 dicembre 2018, è valido ai fini contributivi, in parole povere per il conteggio della pensione, ma non porta alcun incremento al Trattamento di Fine Rapporto. 
È del tutto evidente che l'escamotage del perequativo era stato pensato per raggiungere la quota di 85 euro medi lordi di aumento, si tratta di pochi euro al mese erogati per 9 mesi e per periodi di lavoro superiori a 15 giorni o quando siamo in congedo o non è corrisposto lo stipendio tabellare, per aspettative non retribuite.
La questione di fondo non è tanto come definire l'elemento perequativo, ma prendere atto che non si parla di elemento stipendiale, è una sorta di regalia che non rientra nelle cosiddette nozioni proprie della retribuzione e quindi non è un istituto contrattuale da calcolare anche ai fini del compenso per le indennità di turno, imponibile ai fini pensionistici, ma senza concorrere ai fini del Tfs o del Tfr.
Ad oggi l'elemento perequativo ha una scadenza 1 Gennaio 2019. Se il governo non metterà i fondi l'anno prossimo lo perderemo.
A quel punto i salari saranno in perdita e nel frattempo il contratto nazionale, siglato dopo 9 anni di blocco, sarà già scaduto.
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Ultimo aggiornamento Lunedì 15 Ottobre 2018 19:40
 
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