Incipit
Lo scorso anno, in seguito ad un piano occupazionale presentato dalla passata amministrazione totalmente deludente, un'assemblea generale dei lavoratori del nostro ente chiamò lo stato di agitazione, su indicazione delle organizzazioni sindacali tutte presenti, in contestazione del solito piano lacrime e sangue insufficiente non solo per colmare i vuoti d'organico ma addirittura incline a generare altri vuoti d'organico.
Il piano occupazionale fu presentato ed approvato dalla passata amministrazione senza il consenso delle organizzazioni sindacali.
Dopo più di 12 mesi il piano approvato unilaterale non è stato in larga parte applicato, ostaggio si dice del blocco imposto dalla mobilità in arrivo dalle province. Il 15 ottobre anche questo blocco non ha più ragion d'esistere ma oggi, inizio dicembre, non si sono ancora viste le assunzioni presenti nel piano.
Foschi tavoli
In compenso, una serie di incontri amministrazione-oo.ss è stata calendarizzata. Oggetto della discussione: l'applicazione del piano che le stesse oo.ss. non hanno approvato lo scorso anno. Come se per portare avanti un piano realizzato unilateralmente occorresse consultare nuovamente i soggetti schifati nel momento della sua elaborazione.
Tutto ciò perché? Perché dalle prime liste di assunzioni presentate, il piano è ancora peggiore di quello dello scorso anno: in particolare penalizzazione dei collaboratori amministrativi in cambio di agenti della polizia locale, figure D1/D3 superiori alle figure B e C, frutto di un'idea di amministrazione in subordine alla militarizzazione dell'esercito nelle periferie e dei servizi gestiti prevalentemente da personale esterno, facilmente sostituibile, maggiormente ricattabile e di cui parte del costo finisce nelle tasche delle aziende esterne all'amministrazione che oramai non ci paiono nemmeno più così esterne, tale è la loro presenza all'interno dei gangli dell'amministrazione. Un comune di milano che quindi più che produrre servizi li coordina e li controlla, come una qualsiasi moderna multinazionale.
Climax
Un Comune di Milano che li 7 dicembre 2016 premierà con l'Ambrogio d'Oro l'ex sindaco Letizia Moratti, il nume tutelare di questo tipo di trasformazione, ex riferimento politico dell'attuale sindaco.
Inutile dire che questo disegno va totalmente rigettato. Come? attraverso un cambio di mentalità più incline alla piazza e meno incline alle tavolate, più disposto ad attivarsi e meno disposto a cercare dei rappresentanti da cui essere difesi. Più coraggioso, in grado di smarcarsi dal rito ambrosiano e di chiamare un giusto sciopero di ente in difesa della nostra esistenza.
A dicembre? A gennaio? Il prima possibile, ci verrebbe da dire.
Uno sciopero che sia non un fine ma uno dei momenti attraverso cui il racconto della sfida con cui ci tormentiamo nei corridoi che quotidianamente attraversiamo si trasformi in un racconto di un riscatto.
Uno sciopero di ente che rappresenti anche un campanello d’allarme per tutti e tutte i/le lavoratori pubblici alla vigilia – forse – di un pessimo accordo su di un CCNL – quello dei pubblici, appunto – prima caduto nel dimenticatoio, poi usato per alimentare aspettative elettorali e infine sottoposto al ricatto dell applicazione della riforma Madia, prevedendo comunque una conclusione negativa e deludente per tutti e tutte i/le lavoratori e lavoratrici.
Ora prima che sia troppo tardi.